Compañeros:
molti
anni fa, a Chicago, in un 1° Maggio come questo, un gruppo di lavoratori veniva
impiccato da una giustizia cieca per il solo fatto di reclamare più pane per i
propri figli e giustizia per i propri fratelli.
Oggi
il giustizialismo argentino rende omaggio al loro ricordo avendo qui distrutto
lo sfruttamento capitalista e avendo instaurato la giustizia sociale per la
quale morirono. In questo gioioso 1 Maggio saluto tutti gli uomini e le donne
che con il proprio lavoro onesto stanno costruendo la felicità e la grandezza
di questa patria.
Ringrazio
la Provvidenza perché noi argentini possiamo, mediante il nostro
giustizialismo, festeggiare in pace ed armonia il giorno dei lavoratori e
faccio voto affinché questa pace ed armonia arrivi anche, mediante la
giustizia, a tutti i lavoratori del mondo e in particolare a quelli che oggi
soffrono lo sfruttamento del denaro e dello stato e che ricordano questa festa
con i pugni tesi per l’impotenza dinnanzi all’ingiustizia e all’ignominia.
Come
ho detto stamattina, il giustizialismo e il sindacalismo hanno trovato la
strada verso i loro obiettivi comuni nella Repubblica Argentina, e lavorando
strettamente uniti continuano ad essere indice della sua felicità e della sua
grandezza.
Sono
passati cinque anni del nostro governo e come il primo giorno, governo e
lavoratori si sentono strettamente uniti e solidali. Questo si deve solamente
al fatto che il governo giustizialista ha fatto, fa e farà sempre unicamente
ciò che il popolo vuole e difenderà un solo interesse: quello del popolo. Il
governo giustizialista ha anche fissato come dottrina alla politica
internazionale questa premessa: nessuna decisione di politica internazionale
che implichi una guerra fuori dal nostro territorio verrà presa senza previo
consenso del popolo. Sappiamo che quando si prendono queste decisioni in difesa
del paese bisogna affrontare l’ingiusta lotta degli interessi. L’impero
capitalista l’ha già adottata, mediante il suo giornalismo internazionale in nome
di una libertà che non pratica. La libertà, affinché sia libertà, deve essere
quella che vuole il popolo, e non quella che vogliono imporci da fuori.
La
lotta per la libertà, per noi, è quella che ci conduce alla giustizia sociale,
all’indipendenza economica e alla sovranità politica. Noi argentini abbiamo il
nostro regime di libertà costituzionale; ma che ne sarebbe di esso
nell’ingiustizia sociale, nella schiavitù economica e nel vassallaggio
politico? Tutto questo ci porterebbe quella libertà ben conosciuta dagli
argentini: la libertà di morire di fame. Per questo, il racconto della libertà
è fin troppo conosciuto perché noi possiamo ricaderci. E non differisce molto
dai racconti del biglietto vincente o della macchina per fare soldi. Per
questo, anche oggi 1 Maggio, voglio annunciarvi che il quotidiano “La Prensa”,
espropriato per disposizione del Congresso Nazionale, sarà consegnato ai
lavoratori nella forma da essi indicata.
Questo
quotidiano, che per tanti anni ha sfruttato i lavoratori e i poveri, che è
stato strumento raffinato di sfruttamento nazionale ed internazionale, che ha
rappresentato il più crudo tradimento alla Patria, dovrà espiare le sue colpe
mettendosi al servizio del popolo lavoratore per difendere le sue rivendicazioni
e i suoi diritti sovrani.
Tutto
questo, per decisione sovrana e libera del popolo argentino, a favore e in
difesa della libertà che esso vuole in accordo con le leggi e con la
costituzione che egli liberamente si è dato e mantiene, senza preoccuparsi se
agli altri possa piacere o non il gesto libero e l’atteggiamento sovrano.
Saluto di nuovo la CGT e mi congratulo con essa e con tutti i
sindacati argentini. Quest’anno 1950 dell’organizzazione sindacale sta
seminando il paese di istituzioni operaie di bene pubblico che lavorano per la
difesa del potere d’acquisto dei salari e della salute fisica e morale degli
operai per l’elevazione culturale e sociale del popolo argentino. Queste istituzioni,
già benemerite nel giustizialismo, saranno i pilastri inalterabili del futuro
argentino, dove si affermano la produzione, la ricchezza, il benessere e la
grandezza della patria.
Nulla potranno i politici detronizzati né i loro agitatori
al soldo dei sindacati argentini. Sono carte fin troppo conosciute perché i
lavoratori argentini sanno bene come questi hanno proceduto quando hanno fatto
crollare il paese sommergendolo nello sfruttamento e nella vergogna. Le loro
campagne di inganni e menzogne cadranno nel ridicolo e nel disprezzo degli
operai argentini, che sanno quanto sono ignoranti, incapaci e venali, per
averli subiti per anni e anni.
Intanto, ricordiamo che la difesa del giustizialismo è il
motore portante della nostra lotta: all’esterno contro l’imperialismo e la reazione,
all’interno contro il tradimento politico-oligarca. Ciascun buon argentino deve
sentirsi depositario e guardiano della nostra giustizia sociale, indipendenza economica
e sovranità politica, ed essere pronto a morire per difenderla. Per questo è
necessario restare vigili come in tempi di lotta, coi comandi scattanti e gli
uomini in piedi, perché l’imperialismo capitalista non riposa mai nel suo
compito di comprare le coscienze e pagare le volontà.
Le forze di sicurezza nazionale dovranno vigilare su ogni
uomo per assicurare il compimento dei mandati della costituzione giustizialista.
Il popolo farà di ciascuno dei suoi uomini un soldato cosciente e deciso. Il governo
difenderà il giustizialismo con tutte le sue forze contro i nemici esterni o
interni.
Compañeros: che sia questo 1 Maggio sintesi della lotta
contro lo sfruttamento nel mondo, la festa della decisione argentina di lottare
per il giustizialismo riparatore di ingiustizie. Che il nostro benessere e
felicità attuali siano un anticipo promettente per i fratelli lavoratori che in
tutto il mondo lottano contro la tirannia dello stato e del denaro.
Che la nostra bandiera giustizialista guidi milioni di
liberati dalla miseria e dal dolore nelle braccia del popolo argentino per
essere esempio per un mondo ingiusto dove gemono sotto la frusta dello
sfruttamento milioni di esseri di un’umanità rattristata e decadente che lotta
per la sua liberazione.
Non desidero terminare questo discorso senza prima
ringraziare i lavoratori di tutto il paese per il loro sforzo generoso che ha
permesso alla nostra patria di realizzare il suo piano ambizioso. Ringrazio anche
questi bravi operai che con vanto giustizialista stanno realizzando il primato
mondiale della produzione. Questo è possibile nella nuova Argentina
Giustizialista, dove tutti lavoriamo per tutti e per la patria, e non per il
capitalismo internazionale.
Infine ringrazio, come argentino e come lavoratore, la
vostra unità e la vostra lealtà incrollabile. Oggi possiamo dire che noi
lavoratori argentini siamo organizzati, uniti e pronti per lottare per i nostri
diritti e per la nostra dignità e, per concludere, desidero che arrivi a tutti voi
lavoratori argentini un grande abbraccio, con il quale vi saluto e vi stringo
forte al cuore.
Juan Domingo Peròn
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